Non è dato sapere se sia lo stesso Andrea quello che fa capolino in due delle più belle canzoni di Lucio Dalla, Quale allegria e Comunista, l’Andrea che «ti chiede di pagare / per i suoi pasti mal mangiati / i sonni derubati, i furti obbligati» e quello «che è solo / come una freccia nel suolo / l’uomo che vuole lottare / e che non vuole morire».
In ogni caso, i due Andrea che qui si fondono in uno, ci costringono a confrontarci con le nostre immense terribili crisi esistenziali in un caso e la redenzione garantita nell’altro, a sentirci minuscoli di fronte all’uomo «che è tutta una croce / l’uomo senza più voce / l’uomo intirizzito / l’uomo nudo, straziato / l’uomo seppellito», «ucciso quindici volte in fondo a un viale per quindici anni la sera di Natale».
«Ecco perché Andrea» raccontava Dalla in un’intervista a proposito di Quale allegria: «[…] un ragazzo di quindici anni sorpreso a rubare un apparecchio stereo da una macchina, che è stato preso e massacrato, ucciso a botte. E questo era solo l’ultimo atto di un massacro che continuava da quindici anni, cioè da quando era al mondo. Quindi ognuno ha la sua crisi, la sua realtà problematica, però alla fine devi comunque fare i conti con la realtà di questo ragazzo che non aveva da lavorare, da mangiare, che era costretto a rubare, tutto per sopravvivere. Ogni dramma personale è sacrosanto, ma c’è una realtà che è ancora più tragica».
Che dire, ci vediamo presto, al nostro circolo serale per pazzi sprasolati e un poco scemi.