Antonio Coletta Autore, ufficio stampa, redattore editoriale

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Mi è capitato di vedere quel video straziante della separazione tra una bambina ucraina e il suo papà, probabilmente un addio tra quellʼuomo e la sua famiglia, che con un poʼ di fortuna raggiungerà lʼEuropa e sarà in salvo. Ho pensato che probabilmente il mio primo pensiero in una situazione del genere sarebbe lo stesso – mettere in salvo la mia bambina e sua madre –, ma anche a quanto sia terribile una separazione forzata, innaturale, violenta, dove agli uomini – a tutti gli individui di sesso maschile tra i 18 e i 60 anni, leggevo – non è concesso di lasciare il Paese ed è chiesto di combattere per la nazione, anche senza alcuna preparazione per utilizzare unʼarma o lanciare una molotov, magari senza alcuna propensione alla violenza e nessuno spirito patriottico. Per due anni abbiamo ascoltato tanti ripetere in buona fede quella fregnaccia che vorrebbe «una pandemia come una guerra», ma questa era ovviamente unʼaltra cosa, e credo che ora, con un conflitto bellico alle porte di casa nostra, sia chiaro anche a loro. Una guerra è unʼaltra cosa, credo io, un abuso di uomini su altri uomini, una restrizione innaturale della libertà, una costrizione alla sofferenza e alla violenza, al subirla e al perpetrarla, basata sulla volontà di potere di pochissimi, su convenzioni (i territori, i confini, le nazionalità, le alleanze, i regimi, gli inni, il denaro) decise da un centinaio di esseri umani su sei miliardi e accettate passivamente da tutti quei poveri cristi che non hanno altra scelta che subirne le conseguenze, far quel che si può, incrociare le dita. Attendere.

A proposito dell'autore

Antonio Coletta

Antonio Coletta è autore, ufficio stampa e redattore editoriale freelance. Ha fondato numerosi blog e strambe webzine e collaborato con molte testate e troppi siti internet. Ha raccontato la sua fallimentare esperienza di addetto stampa del cantautore Calcutta in «Calcutta. Amatevi in disparte» (Arcana, 2018), pubblicato la raccolta di racconti «Mia madre astronauta» (Ultra, 2019) e partecipato all'antologia «Qui giace un poeta» (Jimenez, 2020) con un racconto su Roberto Bolaño.

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Antonio Coletta è autore, ufficio stampa e redattore editoriale freelance. Ha fondato numerosi blog e strambe webzine e collaborato con molte testate e troppi siti internet. Ha raccontato la sua fallimentare esperienza di addetto stampa del cantautore Calcutta in «Calcutta. Amatevi in disparte» (Arcana, 2018), pubblicato la raccolta di racconti «Mia madre astronauta» (Ultra, 2019) e partecipato all'antologia «Qui giace un poeta» (Jimenez, 2020) con un racconto su Roberto Bolaño.

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