Nella mia bolla si chiedono come mai Unione Popolare non sia stato il partito più votato, io al contrario non mi faccio tante domande sul perché di questo voto quanto sulla sua qualità, e soprattutto sul perché quei pochi che hanno votato, con una tale quantità di partiti di destra a disposizione (dal Partito Democratico a salire), abbiano scelto in maggioranza (credo e spero, spesso ad minchiam) quello dalla faccia più becera. Per quel che vale la mia opinione, non credo che un eventuale governo Meloni toccherà nulla sul piano dei diritti civili, e penso anche che avrà pochissimo margine per muoversi in chiave isolazionista sul piano dei rapporti internazionali e su quello economico – o almeno spero che il nostro Winston Churchill di Arcore e la sua banda ci proteggano da simili eventualità. Credo che tutto procederà come già previsto da Draghi, e che il Paese continuerà a stagnare, in modo forse più “colorito”, nella sua mediocrità di piccola e povera appendice dellʼEuropa. Cʼè però una questione emotiva che in queste ore tocca tutte quelle persone (omosessuali, stranieri, donne) che sono state attaccate dal gruppo di Meloni in questa campagna elettorale, ed è quella del terreno che sentono già sfilarsi sotto i loro piedi. Per il momento credo che quel che possiamo fare è utilizzare un italiano puntuale e abituarci ad affermare senza paura che il partito più votato in Italia nel 2022 non è un partito di destra ma un partito fascista, perché la precisione del linguaggio può aiutarci a percepire meglio il pericolo e a ricordarci di tirare fuori gli artigli nei suoi momenti di ferocia e ottusità – magari (lo dico a me) alzandoci, ogni tanto, dal nostro comodo divano.