L’impressione è che nessuno abbia ascoltato davvero la battuta di Gene Gnocchi (che per comodità di qui in poi chiamerò Il Miglior Comico Italiano) “su Claretta Petacci”, che si stiano accavallando reazioni ed attacchi per sentito dire.
Potete ascoltarla cliccando qui, oppure – mi pare incredibile che serva – provo a spiegarvela io.
Il Miglior Comico Italiano prende spunto dalla condivisione compulsiva sul profilo Facebook di Giorgia Meloni di foto e video di un maiale che se ne va in giro per Roma a mangiare tra l’immondizia. “È il suo maiale”, dice Il Miglior Comico Italiano. Giorgia Meloni condivide queste foto e questi video perché ha smarrito il suo maiale – il suo animale domestico -, è femmina e si chiama Claretta Petacci – sottintendendo che il nome dato dalla Meloni alla scrofa di casa è legato ad un “affetto” della onorevole per Benito Mussolini e la sua cerchia.
In un Paese normale l’unica reazione a questa battuta per nulla memorabile dovrebbe averla la Meloni, chiedendo di non accostare più il suo nome a quel determinato periodo storico.
Invece no.
Ma poi, anche ammesso – come non è – che Il Miglior Comico Italiano avesse voluto dare della scrofa all’amante del duce perché non aveva nulla da fare, se non si può neanche più parlar male dei fascisti – nemmeno di quelli morti settant’anni fa – di chi ancora possiamo parlar male in Italia?
UPDATE: qui Luca Bottura lo scrive e spiega molto meglio di me.