Hanno ragione tutti. Ha ragione chi rimprovera gli ultras della sinistra di non avere rispetto per un uomo anziano, malato, sofferente. Ha ragione chi non vede motivo per aver rispetto di lui, perché lui non ne ha avuto per nessuno, e nemmeno di fronte alla malattia («potrebbe generare figli» disse della povera Eluana Englaro) o alla morte (un «sic transit gloria mundi» gli fu sufficiente per liquidare la morte del suo amico Gheddafi, ucciso dalle forze militari americane). Ha ragione chi teme per le sorti dellʼItalia, ché se lui e il suo partito sono stati ieri quelli che hanno firmato il declino del paese, oggi sono lʼunico argine (sic!) alla destra rozza e scema al governo. Ha ragione chi ricorda che è stato lui stesso, moderato, craxiano, «sempre stato socialista», a sdoganare la destra post-fascista per condurre una crociata contro il fantasma del «pericolo stalinista» da milioni di vittime, una battaglia iniziata a quarantʼanni dalla morte del baffone e a un lustro dalla caduta del muro di Berlino, con il solo obiettivo di sopravvivere alla sciagurata lunga stagione di Mani Pulite. Ha ragione chi lo ha sempre avversato ma oggi lo guarda con la compassione e la benevolenza che si ha per quei nonnetti guasconi, quelle macchiette che non smettono mai di sorprendersi di fronte al progresso della tecnologia, di prendersi in giro, di raccontare barzellette che abbiamo già sentito, di essere galanti con le donne fin quasi alla molestia, di voler sposare la loro badante. Ha ragione chi vorrebbe abbracciarlo. Ha ragione chi vorrebbe evitargli un accanimento terapeutico, Zangrillo lascialo andare, dai, forza. Ha ragione chi pensa che con la sua dipartita si chiuderebbe una stagione importante della nostra vita. Ha ragione Massimo DʼAlema, che gli ha voluto bene e non vuole che vada via così presto, o almeno non prima di chiudere i lavori della bicamerale. Ha ragione chi dice che Massimo Tartaglia è il Gaetano Bresci che ci siamo meritati. Ha ragione Silvio, che spera che il suo momento arrivi il più tardi possibile e che, se mai arriverà, ad attenderlo dallʼaltra parte ci siano Moana Pozzi e Marilyn Monroe.