Si dice in giro che papa Wojtyla e il primo Ronaldo avessero in comune una passione per il vino bianco di qualità, e che il centravanti brasiliano conservasse gelosamente nella sua cantina milanese una bottiglia regalatagli personalmente dal pontefice polacco. La leggenda vuole anche che nel 2000 il fenomeno organizzasse meravigliose feste affollate nel suo appartamento, alle quali non mancava mai il compagno di squadra Vampeta – che, tra lʼaltro, era stato raccomandato allʼInter proprio da Ronaldo, il quale lo presentò come «un giocatore veloce […] centrocampista con buone attitudini difensive ma nello stesso tempo capace anche di partecipare alla fase offensiva in modo lucido ed essenziale». Ricordato in Italia principalmente per la sua pettinatura anni Trenta, per il baffo alla Clark Gable e per aver posato discinto per una rivista gay, si racconta che in una notte dʼinverno Vampeta sʼintrufolò nella cantina di Ronaldo durante uno dei suoi fenomenali party, che trafugò la bottiglia già in odore di santità e che se la scolò in disparte. Scrive Vampeta nella sua imperdibile autobiografia che il fenomeno sʼincazzò parecchio e che gli chiese furioso un risarcimento, ma che non diede nemmeno un soldo al compagno di squadra perché – spiegò risentito – il vino del papa non aveva nulla di ultraterreno e, anzi, «sapeva dʼaceto».