Oggi sono andato al supermercato per fare un poʼ di compere. Ho scorto una signora anziana ferma allʼingresso, perplessa davanti ai carrelli. Ho chiesto se le servisse aiuto. Mi ha guardato ancora più perplessa. «Le serve una mano?», le ho chiesto. «I donʼt speak Italian», mi ha risposto. Prontamente ho sfoggiato le mie conoscenze dʼinglese, e tuttavia mi ha guardato ancora perplessa. Stanco di tanta perplessità, ho preso un carrello e glielʼho dato. Ne ho preso un altro per me e lʼho salutata. Cinque minuti dopo, miracolosamente, lʼanziana con il suo carrello, non più perplessa, parlava in italiano al banco del pane. Deve essere accaduto qualcosa di inspiegabile in quel supermercato, e non solo per il repentino apprendimento di una lingua sconosciuta da parte di unʼanziana perplessa: svuotando le buste della spesa mi sono accorto che il pacco da quattro saccottini al cioccolato appena acquistato ne contiene soltanto due. Perplesso, mi appropinquo a prepararmi il pranzo.