Credo che nei giorni della pandemia tutti gli esseri senzienti della parte occidentale del pianeta si siano interrogati, più o meno intensamente, sul loro rapporto con il tempo che è passato e con quello che verrà.
Pensavo a questo e mi è tornata alla mente la scena di “Aprile” di Nanni Moretti nella quale il regista misura il tempo che gli resta con un metro e si domanda perché ha perso tanto tempo a fare cose che non gli piacciono e non gli interessano.
Gli viene l’impulso di tornare nei posti nei quali è cresciuto e non gli viene né da piangere né da scrivere una brutta poesia.
Si butta tutto alle spalle, reagisce, trova il coraggio per fare qualcosa che avrebbe sempre voluto: indossare la mantella invernale che non aveva mai osato portare.
A me, invece, piacerebbe frequentare un corso di dizione.