Ho letto che Fratelli d’Italia ha presentato in parlamento un disegno di legge per l’abolizione del reato di tortura.
Contro lo stesso reato si era già espresso in passato il ministro degli interni Matteo Salvini che giusto ieri — accettando l’invito ad un incontro ricevuto dalla sorella di Stefano Cucchi, torturato e ucciso da chi doveva garantirne la sicurezza — ha ribadito la sua vicinanza incondizionata alle forze dell’ordine.
Non mi pare improbabile che questo governo pazzoide proceda all’abolizione di una legge che può limitare gli abusi da parte delle forze di polizia e che, proprio come queste ultime, garantisce la sicurezza di chi vive questo Paese.
La sicurezza e la libertà di tutti viene garantita dalle procedure formali che permettono di controllare l’operato di un governo che dà ordini via twitter e dal magistrato che riconosce un reato nell’operato di Salvini sulla nave Diciotti e lo indaga come qualsiasi altro cittadino.
Il richiamo continuo alle regole, dalle parti della Lega, vale solo per i nemici. Regole inventate quando si tratta dell’Europa, ad esempio, alla quale chiediamo aiuto ma non cediamo la sovranità politica.
Non mi meraviglierebbe se in questa Italia una larga fascia di popolazione abbracciasse imprudente le scelte di quello che aspira a diventare un regime autoritario poggiato sulla mediocrità delle idee della gente comune oggi al governo e inghiottita dalla Lega in un sol boccone; fondato sulla guerra dei poveri contro i poverissimi, dei poverissimi contro miseri, dei miseri contro i miserrimi, su un’idea diffusa che un nemico abbia reso schifose le nostre vite (vaccini, neri, musulmani, rom, Soros, l’Europa, Renzi, Berlusconi) e non le nostre scelte personali e politiche.
Abbiamo schifato la politica per troppo tempo, ora dovremmo schierarci tutti contro questo governo e alzare i toni verbali dello scontro ogni volta ce ne sia la possibilità prima che sia troppo tardi.