Antonio Coletta Autore, ufficio stampa, redattore editoriale

Seppur lievemente, russa

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Un poʼ cronaca e un poʼ leggenda, nella notte del 14 aprile 1962 Domenico Buono, poeta veronese e verista, viene arrestato in un albergo di Fiesole dopo aver fatto irruzione nella camera dove dorme Brigitte Bardot, che si trova in Italia per girare «Il riposo del guerriero».

Lʼuomo aveva già tentato di entrare in contatto con la diva francese, con scarso successo: il 7 aprile, ospite dello stesso albergo, era stato allontanato dai carabinieri dopo aver camminato avanti e indietro nei corridoi per tutta la notte («desiderava scrivere un poema sulle impressioni riportate dopo una notte trascorsa vicino alla camera dove dormiva Brigitte Bardot», racconta «lʼUnità»); il 10 aprile, poi, aveva guidato una fallimentare spedizione di quaranta persone “allʼassalto” della Bardot («stanotte verso le due si è presentato all’albergo alla testa di una quarantina di giovanotti di Verona, da lui ingaggiati con la prospettiva di ammirare da vicino lʼattrice. Ai giovanotti, studenti per lo più universitari, sono stati offerti dal loro ingaggiatore il viaggio in pullman da Verona a Firenze, pranzo e cena […] voleva soltanto trovarsi finalmente tête à tête con Brigitte Bardot, per dirle di essere pazzamente innamorato di lei e per confessarle di essere lʼautore delle numerose lettere che lei ha ricevuto», scrive «La Stampa»).

La notte del 14 aprile, come detto, Buono ha maggior fortuna. Entra nella stanza dove riposa Brigitte Bardot, la sveglia, le declama una poesia («Ti seguirò finché le tue chiome / saranno divenute bianche / quando non ci sarai più / resterà la mia poesia a parlare di te»), la diva urla, sveglia il suo fidanzato, lui rassicura tutti («non ho intenzioni oscene»), accorrono gli altri ospiti dellʼalbergo, corrono gli inservienti, lo immobilizzano, arrivano i carabinieri. Mentre viene trasportato in caserma, il poeta descrive così il suo stato dʼanimo: «Sono rimasto un poʼ deluso perché, seppur lievemente, russa».

A proposito dell'autore

Antonio Coletta

Antonio Coletta è autore, ufficio stampa e redattore editoriale freelance. Ha fondato numerosi blog e strambe webzine e collaborato con molte testate e troppi siti internet. Ha raccontato la sua fallimentare esperienza di addetto stampa del cantautore Calcutta in «Calcutta. Amatevi in disparte» (Arcana, 2018), pubblicato la raccolta di racconti «Mia madre astronauta» (Ultra, 2019) e partecipato all'antologia «Qui giace un poeta» (Jimenez, 2020) con un racconto su Roberto Bolaño.

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Antonio Coletta è autore, ufficio stampa e redattore editoriale freelance. Ha fondato numerosi blog e strambe webzine e collaborato con molte testate e troppi siti internet. Ha raccontato la sua fallimentare esperienza di addetto stampa del cantautore Calcutta in «Calcutta. Amatevi in disparte» (Arcana, 2018), pubblicato la raccolta di racconti «Mia madre astronauta» (Ultra, 2019) e partecipato all'antologia «Qui giace un poeta» (Jimenez, 2020) con un racconto su Roberto Bolaño.

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