Antonio Coletta è nato nel secolo scorso ed è tuttora vivente.
Dal 1986 al 1988 si dedica al disegno di case su prato con fiume.
Durante i primi anni novanta si occupa di poesia, fantascienza e polizieschi.
Si diploma con il massimo dei voti alle scuole elementari e alle scuole medie.
Durante l’adolescenza potrebbe essere uno studente modello, un ottimo giocatore di pallacanestro, il più ambito dalle ragazze e il bullo che tutti gli sfigati detestano. E invece no.
Nel 2002 si iscrive per errore all’Università e, col passar del tempo, gli consegnano una laurea.
Nel 2005 apre il suo primo blog: ne seguiranno altri sette.
Tra il 2007 e il 2009 collabora con Rassegna Sindacale e Il Messaggero.
Nel 2007 la sua tesi e un suo saggio breve di filosofia politica vengono pubblicati dal sito Politicamente.net.
Nel 2008 fonda con Luigi Clapis e Francesco Colazingari House of the rising sun, spin-off di “Bolg – Suoni e segni”.
Dal 2011 produce découpages di pessima fattura.
All’inizio del 2012 un suo racconto viene trasformato in fumetto da Flavia Barbera e pubblicato nella raccolta Incubo alla balena.
Nel 2012 è tra i fondatori di Lover’s Fart, tumblr di riferimento per gli elettori del Nuovo Centrodestra.
Sempre nel 2012 collabora con la fu webzine Rockall. Nello stesso anno Rockall gli dedica addirittura uno speciale.
Il 19 gennaio 2012 diviene famoso tra i suoi amici per essersi comportato per 24 ore come un qualsiasi utente medio di Facebook.
Dalla fine del 2012 alla fine del 2013 sostiene progetti musicali indipendenti assieme al giornalista Paolo Arzilli attraverso il fu Sunday Press, l’ufficio stampa che non era un ufficio stampa.
Nel 2013 balza agli onori delle cronache per aver pronunciato la parola “affranto” durante un’intervista mentre sosteneva la candidatura di Fausto Bertinotti al Quirinale.
Dal luglio del 2013 al dicembre del 2019 cura una rubrica umoristica intitolata “Ciociaria Paranoica” su Gente comune.
Ha collaborato come recensore di romanzi con la versione on line di Il Mucchio Selvaggio e Popoff.
Nel 2015 partecipa al contest di narrativa basato sulla celebre canzone “Io amo lei” dei Diaframma organizzato da This Is Not A Love Song uscendone sconfitto.
Nel 2014 e 2015 collabora di rado con Dirt Magazine e cura i contenuti del blog di Eneracque.
Nel 2018 pubblica il libro Calcutta. Amatevi in disparte per la collana “Cantautori del duemila” di Arcana Edizioni.
Dal 2019 collabora anche con BeLeaf Magazine.
Il 20 giugno 2019 pubblica Mia madre astronauta per Ultra Edizioni.
Dall’agosto 2020 cura le attività dell’Ufficio Stampa di Jimenez Edizioni, dall’ottobre dello stesso anno anche i suoi social media. Per Jimenez Edizioni scrive un racconto dedicato a Roberto Bolaño per la raccolta Qui giace un poeta.
Dall’ottobre 2020 al gennaio 2021 frequenta il corso principe per redattori editoriali di Oblique Studio.
Nel 2021 collabora come editor con Sandro Teti Editore.
Nel 2022 scrive bei volumi, cinque a proposito dei borghi d’Italia e due riguardanti storie d’amore che hanno fatto epoca, che vengono distribuiti come allegati al Corriere della Sera, alla Gazzetta dello Sport e a Oggi.
L’anno successivo scrive, per gli stessi quotidiani del gruppo RCS, tre guide culturali a Parigi, Londra e Roma e, nel frattempo, scrive anche gli episodi di alcuni podcast, si occupa di contenuti social, editing, traduzioni, siti internet e (troppi) uffici stampa.
Ha una figlia di nome Caterina e vive costantemente in bilico tra Alatri (FR) e Roma, le città che ha abitato quasi per tutta la vita – a esclusione di brevi periodi a Liegi e Budapest, dove ha imparato un bel po’ di francese e pochissimo ungherese.
È appassionato di smaltimento di rifiuti pericolosi.