Antonio Coletta Autore, ufficio stampa, redattore editoriale

Maledetti ciociari

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XXI Secolo, costruito un bocciodromo ad Alatri (FR)Ciociaria Paranoica finanzia lo stand delle sagne pelose ad Expo 2015

Sono nato e cresciuto ad Alatri, un paese di trentamila abitanti in Provincia di Frosinone famoso nel mondo per aver costruito un bocciodromo nel ventunesimo secolo.

Nascere ad Alatri non era facile ai miei tempi.

Era quella l’epoca, infatti, della presunta rivalità con la città di Ferentino: si diceva che esistesse un odio reciproco tra le due città, roba tipo serbi e bosniaci.

Io, poi, ero terrorizzato dall’idea di poter incontrare un abitante di Ferentino.

Ne parlavamo tra amici.

“Quanto odio Ferentino”

“Sì, anche io”

“Io una volta ho visto un abitante di Ferentino”

“Davvero?”

“Sì, aveva la coda e i piedi caprini”

“Dio mio”

“Già”

Poi un giorno ho conosciuto un tizio di Ferentino in carne ed ossa e ho scoperto di non aver nulla da temere: sono proprio come noi.

Questo tizio mi ha spiegato che gli abitanti di Ferentino non odiano Alatri, tutt’altro: ci ammirano perché “poche squadre di calcio al mondo avrebbero il coraggio di scendere in campo con una maglietta verde e rosa”.

“Vero. E se ti dicessi che ad Alatri è stato costruito un bocciodromo nel ventunesimo secolo ci ammireresti di più?”

“Ma certo”

“Siete proprio brave persone voi di Ferentino!”

“Già”

“Il vostro deve essere un mondo fatto di pace ed amore: non odiate nessuno”

“Sbagli. Noi odiamo gli abitanti di Pontecorvo. Un odio reciproco tipo i coreani del sud e i coreani del nord”

“Dio mio”

“Già”

Poi un giorno ho conosciuto un tizio di Pontecorvo in carne ed ossa ed ho scoperto che gli abitanti di Ferentino non avevano nulla da temere: sono proprio come loro.

Questo tizio mi ha spiegato che gli abitanti di Pontecorvo non odiano Ferentino, tutt’altro: “noi odiamo gli abitanti di Sora. Un odio reciproco tipo i tedeschi e i greci”

“Dio mio”

“Già”

Poi un giorno ho conosciuto un tizio di Sora in carne ed ossa ed ho scoperto che gli abitanti di Pontecorvo non avevano nulla da temere: sono proprio come loro.

Questo tizio mi ha spiegato che gli abitanti di Sora non odiano Pontecorvo, tutt’altro: “noi odiamo gli abitanti di Trevi nel Lazio. Un odio reciproco tipo i dalemiani e i veltroniani”

“Dio mio”

“Già, li stermineremo un giorno, maledetti abitanti di Trevi nel Lazio”

“Dio mio, è solo un paesino di montagna”

“Quanto li odiamo. A proposito, tu sei di Alatri, vero?”

“Già”

“Incredibile quel bocciodromo costruito nel ventunesimo secolo”

“Eh, già”

“Ho visto che state difendendo strenuamente il vostro ospedale”

“Sì, oramai in Ciociaria ci sono più librerie aperte che strutture sanitarie”

“Il che non sarebbe male se la nostra popolazione non avesse un tasso d’alfabetizzazione tanto basso e un colesterolo tanto alto”

“Già”

“Il nostro ospedale verrà dismesso dopo il vostro”

“Mi sembri piuttosto ottimista”

“Senti, ho visto le vostre manifestazioni. Conosci il proprietario dello striscione «Ciociari contadini ma non cretini»? Potrebbe essermi utile!”

“Il proprietario dello striscione?”

“No, lo striscione vero e proprio. Potresti procurarmelo? Voglio organizzare una manifestazione in difesa dell’ospedale di Sora, una come le vostre”

“Vedrò cosa posso fare”

“Fammi sapere, senza quello striscione non saremmo ascoltati da Zingaretti!”

“Ti aiuterò, amico”

“Ciao”

“A presto”

Ciociaria Paranoica viene pubblicata da Gente Comune
“Maledetti Ciociari” è stato pubblicato sul numero di Luglio 2015

A proposito dell'autore

Antonio Coletta

Antonio Coletta è autore, ufficio stampa e redattore editoriale freelance. Ha fondato numerosi blog e strambe webzine e collaborato con molte testate e troppi siti internet. Ha raccontato la sua fallimentare esperienza di addetto stampa del cantautore Calcutta in «Calcutta. Amatevi in disparte» (Arcana, 2018), pubblicato la raccolta di racconti «Mia madre astronauta» (Ultra, 2019) e partecipato all'antologia «Qui giace un poeta» (Jimenez, 2020) con un racconto su Roberto Bolaño.

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Antonio Coletta è autore, ufficio stampa e redattore editoriale freelance. Ha fondato numerosi blog e strambe webzine e collaborato con molte testate e troppi siti internet. Ha raccontato la sua fallimentare esperienza di addetto stampa del cantautore Calcutta in «Calcutta. Amatevi in disparte» (Arcana, 2018), pubblicato la raccolta di racconti «Mia madre astronauta» (Ultra, 2019) e partecipato all'antologia «Qui giace un poeta» (Jimenez, 2020) con un racconto su Roberto Bolaño.

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