Dovrei ma non posso provare alcuna simpatia per il movimento delle sardine né, soprattutto, empatia verso il suo autonominato leader Mattia Santori.
Vuoi perché lo chiamano a dire la sua in televisione (e lo applaudono anche) – io invece sono chiamato a dire la mia solo nelle cene avvinazzate con i miei amici e, talvolta, in minuscole riunioni di semivuote sezioni di piccolissimi partiti (non convincendo mai nessuno).
Vuoi perché in quattro mesi lui e i suoi sodali hanno strappato un contratto a Einaudi – mi pare, invece, che la stessa casa editrice non abbia mai preso in considerazione l’idea di sganciare un lauto anticipo per un mio romanzo.
Vuoi perché Santori indossa il cerchietto per tenere a bada i capelli – io, alla sua età, sfoggiavo già da una decina di anni una messa in piega alla Giobbe Covatta.
Vuoi perché a me Renzi non è mai piaciuto.