Da mesi utilizzo vari strumenti per le videoconferenze, per affetto, studio e lavoro, e tuttavia ancora non ho superato l’imbarazzo per questo stupefacente progresso tecnologico e così, ogni volta, appena connesso mi specchio in un piccolo riquadro per controllare l’ordine della zazzera e mi chiedo chi sia quel pelato con la barba brizzolata che ha preso il mio posto, perdo l’attenzione, osservo – con approccio lombrosiano – che una simile faccia da imbecille difficilmente avrà qualcosa di interessante da dire, mi distraggo e smetto di ascoltarmi, perdo in un buffer linearità del ragionamento, pezzi di discorso, decine di punti QI, “fa schifo la conness-, il microf-, il maltem-, telec-, coronav-, -bip-“, stacco, spengo, mi fingo caduto.