Antonio Coletta Autore, ufficio stampa, redattore editoriale

Videoconferenze, il male del secolo

V

Da mesi utilizzo vari strumenti per le videoconferenze, per affetto, studio e lavoro, e tuttavia ancora non ho superato l’imbarazzo per questo stupefacente progresso tecnologico e così, ogni volta, appena connesso mi specchio in un piccolo riquadro per controllare l’ordine della zazzera e mi chiedo chi sia quel pelato con la barba brizzolata che ha preso il mio posto, perdo l’attenzione, osservo – con approccio lombrosiano – che una simile faccia da imbecille difficilmente avrà qualcosa di interessante da dire, mi distraggo e smetto di ascoltarmi, perdo in un buffer linearità del ragionamento, pezzi di discorso, decine di punti QI, “fa schifo la conness-, il microf-, il maltem-, telec-, coronav-, -bip-“, stacco, spengo, mi fingo caduto.

A proposito dell'autore

Antonio Coletta

Antonio Coletta è autore, ufficio stampa e redattore editoriale freelance. Ha fondato numerosi blog e strambe webzine e collaborato con molte testate e troppi siti internet. Ha raccontato la sua fallimentare esperienza di addetto stampa del cantautore Calcutta in «Calcutta. Amatevi in disparte» (Arcana, 2018), pubblicato la raccolta di racconti «Mia madre astronauta» (Ultra, 2019) e partecipato all'antologia «Qui giace un poeta» (Jimenez, 2020) con un racconto su Roberto Bolaño.

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Antonio Coletta è autore, ufficio stampa e redattore editoriale freelance. Ha fondato numerosi blog e strambe webzine e collaborato con molte testate e troppi siti internet. Ha raccontato la sua fallimentare esperienza di addetto stampa del cantautore Calcutta in «Calcutta. Amatevi in disparte» (Arcana, 2018), pubblicato la raccolta di racconti «Mia madre astronauta» (Ultra, 2019) e partecipato all'antologia «Qui giace un poeta» (Jimenez, 2020) con un racconto su Roberto Bolaño.

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