Cosa fareste se nella libreria di Udine dove lavorate si presentasse Kurt Cobain cercando di vendervi il reggiseno magico di Sylvia Plath?
Sara, ventenne confusa e confusionaria alla ricerca di una propria personalissima felicità, lo acquisterebbe, finendo coinvolta in un intrigo internazionale dove chiunque può essere buono o cattivo pur di conseguire il proprio obiettivo: non incorrere mai più nel blocco dello scrittore.
Nelle 336 pagine di Ogni cosa che tocco è un’astronave, romanzo stampato in formato mini dalla piccola casa editrice Round Midnight Edizioni, c’è tutto il mondo surreale e lievemente noir di Alberto Calligaris che regala risate, aforismi e giochi di parole ad ogni piè sospinto.
Lo scrittore, friulano trapiantato in Cornovaglia, già autore di due romanzi, un manuale sul sesso e due raccolte di poesie, possiede un senso del nonsense disarmante unito ad una spiccata sensibilità e grandi capacità narrative ed umoristiche.
Calligaris tira fuori dopo qualche anno di silenzio un piacevole romanzetto da lui ritenuto, probabilmente, impellente e, forse per questo, inzeppato di troppe perle e cose da dire, come se questa fosse l’ultima possibilità per scrivere.
Penne come la sua, invece, non dovrebbero mai esser tenute immobili per più di dodici ore.