La mia amica Ruth Zylberman mi manda due brevi lettere scritte da un bambino di otto anni alla nonna durante le purghe del 1936 in Unione Sovietica. Ecco la prima: «Cara babuška, non sono ancora morto. Sei la sola persona che mi resta al mondo e io sono la sola che resta a te. Se non muoio, quando sarò grande e tu sarai molto vecchia, lavorerò e mi prenderò cura di te. Tuo nipote Gavrik». La seconda: «Cara babuška, non sono morto nemmeno questa volta. Non è la volta di cui ti ho parlato nell’ultima lettera. Continuo a non morire».
Emmanuel Carrère – Yoga