[…] Ho quarant’anni, quattro figlie e la sensazione di essere preso per il culo. Pochi giorni fa il segretario di redazione mi ha detto che non ho diritto ai giornali.«L’ha detto Moratti» al quale non mi sono rivolto per non dargli la possibilità di ridere sotto i baffi (che non ha).
Mi è venuta un’idea, questa. Prendo la metà delle ferie arretrate (circa 120 giorni) e vado a Londra per imparare l’inglese, a spese mie sia chiaro. Sembra che la cosa non sia di gradimento ai miei capi.
Ho quarant’anni, dicevo. Parola mia, non ho mai rubato né pianoforti, né sulle note spese. Non ho attentato alle virtù delle numerose signore e signorine che circolano sul terzo piano. Non ho mai ricevuto o preso botte nel corso di risse. Non credo di aver mai “disturbato” la carriera di colleghi culturalmente più preparati di me. Ho sempre cercato di fare, nella mia modestia, l’interesse dell’azienda che amo come una madre, una matrigna direi.
A questo punto, però, il Tg3 lo lascio fare agli altri, a quelli intellettualmente più attrezzati e più forniti di buona volontà.
Vado a Londra dal 10 gennaio prossimo, l’hanno fatto Marx e Mazzini, posso permettermelo anch’io. Per imparare l’inglese a mie spese (scusate la rima).
Cordiali saluti,
Beppe Viola
Milano, 3 gennaio 1979
Beppa Viola, “Lettera al Direttore” in «Quelli che…» (Baldini & Castoldi)