Il ragazzo accigliato nella foto si chiamava Breece D’J Pancake. Prima di togliersi la vita, a ventisei anni, buttò giù alcuni racconti notevoli. Mi capita spesso di andare a rileggere uno tra questi, meraviglioso, intitolato “Trilobiti”, e di rimanere ogni volta a bocca aperta e col cuore in mano di fronte al senso di pace interiore e di pacificazione col mondo con il quale l’autore – infine così inquieto – riuscì a chiuderlo.
Mi alzo. Stanotte dormirò a casa. Un giorno chiuderò gli occhi in Michigan, forse anche in Germania o in Cina, ancora non lo so. Cammino, ma non ho paura. Sento la paura allontanarsi nel tempo, come cerchi che si allontanano, per milioni di anni.
Breece D’J Pancake, Trilobiti in raccolta omonima, Minimum Fax 2016