Mi sono ricordato di una mia zia che era solita raccontare con orgoglio a tavola, davanti agli ospiti, come nel 1968, da studentessa, avesse fatto parte dei baffi di Lenin, allo Stadio nazionale per l’inaugurazione del Festival della gioventù, davanti a 40.000 spettatori, non potete immaginare l’emozione. Ricordo pure che ogni volta, a sentir raccontare questa storia, mi veniva talmente da ridere che dovevo scappare nella stanza dei bambini per evitare qualche scapaccione da parte di mamma. Povera zia, tutta la vita aveva sognato una carriera da artista, come diceva lei stessa, e il ruolo della sua vita era stato quello di figurare come un pelo dei baffi di Lenin.
Georgi Gospodinov – Cronorifugio (Voland)