Al supermercato cʼera una promozione speciale sulle scatole di preservativi. Ne ho presi tre pacchi e sono andato a pagare. Li ho poggiati sul tappetino rullante della cassa. La cassiera li ha guardati e mi ha guardato. Li ha riguardati e mi ha riguardato, stavolta come se fossi un uomo in procinto di stuprare una gatta. Le ho detto «guardi signora che non ho nessuna intenzione di stuprare una gatta». Lei mi ha risposto «ce lʼhai la carta fedeltà?». Io ho scosso la testa. Poi lei ha chiamato un tizio della sicurezza alto due metri e largo cinque, gli ha detto: «questo signore voleva acquistare tre pacchi di preservativi in promozione speciale ma non è in possesso della carta fedeltà». Il tizio della sicurezza alto due metri e largo cinque si è avvicinato a me, io ho provato a giustificarmi balbettando: «sono nuovo di queste parti, non lo sapevo». Una donna anziana ha urlato «è una vergogna», si è avvicinata a me con passo incerto e ha tirato fuori dalla borsa le sue raccolte di bollini «dal 1985 a oggi, 35 anni di raccolte punti», me le ha sbattute sul grugno, lʼhanno applaudita. Allora il tizio della sicurezza alto due metri e largo cinque mi ha preso per il bavero e mi ha portato al servizio clienti, ha detto a una ragazza carina «lui non ha la carta fedeltà», lei ha scosso la testa e mi ha detto «ma come le passa in mente di andar in giro senza carta fedeltà», io ho risposto che non lo sapevo che fosse così importante la carta fedeltà, in fondo volevo solo comprare dei preservativi per non rischiare di mettere nuovamente incinta la gatta. Sono tornato a casa stravolto, ho mandato la gatta a farsi un giro per il quartiere, le ho detto «lasciami in pace, è stata una giornata difficile». Poi ho messo a letto i micetti, ho rimboccato loro le coperte, sono rimasto a guardarli per un poʼ mentre dormivano. Non mi somigliano poi molto.